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Questo lieve e delicato racconto, nel quale Valter Esposito non riesce a nascondere la sua passione per lo sport, per la boxe in particolare, è ambientato in un ieri appena trascorso che è già un'altra età. L'autore, con uno stile volutamente lineare, diretto, che rifugge qualsiasi sirena digressiva, ci proietta nel mondo del protagonista, il piccolo Marcello, il cui immaginario di bambino è occupato da un'icona fin troppo grande: Cassius Marcellus Clay, afferrato e addirittura lievitato nella sua dimensione leggendaria dalla fantasia indomabile del ragazzo. Esposito fa parte della generazione del giovane protagonista del suo romanzo, che ha vissuto lo sport e i suoi miti dentro, senza performances televisive onnivore. Il tutto senza forzature nostalgiche, fuori da ogni crepuscolarismo di maniera volto in déjà vu improbabili e stucchevoli.